PIERO VIRGINTINO – Il critico che raccontava il cinema

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Cinema, che passione!
Tutti amano il cinema, il cinema è la massima espressione d’arte popolare fin dall’inizio del secolo scorso: è considerata la ‘settima arte’. Il primo a definirla Arte, negli anni Venti del Novecento, fu il gioiese Ricciotto Canudo, un poeta, scrittore e artista che nel 1902 si trasferì a Parigi e divenne figlio adottivo della capitale francese.
Parlare e scrivere di Arte con la A maiuscola, è molto impegnativo per i non addetti ai lavori, ma parlare e scrivere dell’arte cinematografica senza conoscerne tutti i meccanismi che la contraddistinguono, per ‘raccontarla’, è difficile per la complessità che richiede: si tratta di arte visiva dove in pochi fotogrammi, in un attimo, bisogna saper cogliere la gioia, il dolore, l’amore nelle espressioni… quei lampi che portano al cuore, che fanno brillare gli occhi e spandono di luce ogni tratto del viso.
Questa era l’arte di Piero Virgintino. In sintesi raccontava il film, se era utile alla comprensione arricchiva le sue note
con cenni di storia, cultura, costume e società. In quest’ottica si colloca l’opera professionale e critica di Don Pierino.
Egli raccontava emozioni, stati d’animo, parlava del regista e della sua capacità di rendere le sue opere comprensibili e visibili, della maggiore o minore sensibilità degli attori; raccontava degli autori, degli sceneggiatori, della fotografia, dei costumi, degli ambienti e perfino dei caratteristi, assolutamente essenziali in un’opera corale.
Erano queste le ‘prime del cinema’ di Piero Virgintino: erano uniche, ricche, godibili come alcune raccolte in questo volume. Ma è anche la storia di un uomo semplice, di un professionista serio: il cinema era la sua passione, il suo lavoro e lo faceva bene.
Era Don Pierino.

Nicola Mascellaro è nato a Gravina in Puglia nel 1939.
Ha lavorato a la Gazzetta del Mezzogiorno dal 1966 al 1996 ricoprendo la carica di responsabile dell’Archivio di documentazione e dei servizi tecnici di Redazione. Ha già pubblicato con la Dedalo Litostampa un’opera in sei volumi: Una finestra sulla storia (cronaca degli anni dal 1887 al 1990); per l’Arco e la Corte, nel 2011, C’era una volta Bari; per la casa editrice Di Marsico libri, Quando andavamo al cinema nel 2013, Notti magiche, ottant’anni di calcio mondiale e Filippo Cifariello, la vita, l’arte e gli amori nel 2014; Il Teatro Petruzzelli, C’era una volta e c’è ancora nel 2016; La resa dei conti 1991-1995 nel 2017; Bari, dal borgo alla città nel 2018; per la Lb edizioni una seconda e una terza ristampa di C’era una volta Bari nel 2019 e La Gazzetta del Mezzogiorno dal 1887 nel 2020. E per Di Marsico Libri Francesco Cavallari nel 2020.

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Cinema, che passione!
Tutti amano il cinema, il cinema è la massima espressione d’arte popolare fin dall’inizio del secolo scorso: è considerata la ‘settima arte’. Il primo a definirla Arte, negli anni Venti del Novecento, fu il gioiese Ricciotto Canudo, un poeta, scrittore e artista che nel 1902 si trasferì a Parigi e divenne figlio adottivo della capitale francese.
Parlare e scrivere di Arte con la A maiuscola, è molto impegnativo per i non addetti ai lavori, ma parlare e scrivere dell’arte cinematografica senza conoscerne tutti i meccanismi che la contraddistinguono, per ‘raccontarla’, è difficile per la complessità che richiede: si tratta di arte visiva dove in pochi fotogrammi, in un attimo, bisogna saper cogliere la gioia, il dolore, l’amore nelle espressioni… quei lampi che portano al cuore, che fanno brillare gli occhi e spandono di luce ogni tratto del viso.
Questa era l’arte di Piero Virgintino. In sintesi raccontava il film, se era utile alla comprensione arricchiva le sue note
con cenni di storia, cultura, costume e società. In quest’ottica si colloca l’opera professionale e critica di Don Pierino.
Egli raccontava emozioni, stati d’animo, parlava del regista e della sua capacità di rendere le sue opere comprensibili e visibili, della maggiore o minore sensibilità degli attori; raccontava degli autori, degli sceneggiatori, della fotografia, dei costumi, degli ambienti e perfino dei caratteristi, assolutamente essenziali in un’opera corale.
Erano queste le ‘prime del cinema’ di Piero Virgintino: erano uniche, ricche, godibili come alcune raccolte in questo volume. Ma è anche la storia di un uomo semplice, di un professionista serio: il cinema era la sua passione, il suo lavoro e lo faceva bene.
Era Don Pierino.

Informazioni aggiuntive

AUTORE

Nicola Mascellaro

ISBN

978-88-99123-70-3

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